46 • Il volo
Ho capito, finalmente. Mi servivano un posto sull'aereo, due sconosciuti accanto, il "cibo" che danno qui sopra, altri 17 ragazzi con la mia stessa maglietta e i miei stessi pensieri, leggere i pensieri che mi hanno lasciato i miei amici e la mia famiglia per arrivarci.
Ho capito: per 10 mesi sarò fuori dal mio mondo, dovrò costruirmene un altro.
Come mi sento? Senza dubbio ho un po' di paura ma d'altronde è questo che mi aiuterà a crescere.
Già, finalmente ho preso questo sentissimo volo che aspettavo (o meglio sognavo) da un anno.
Sono le 12.50 e il piccolo monitor davanti a me dice che mancano ancora 7.06 ore all'arrivo a Newark.
Ho appena finito di vedere un film, il primo della lunga maratona che farò suppongo. L'ho messo in italiano: ancora non sono pronta ad essere sommersa dall'inglese, questo lascio che succeda tra 7 ore.
Una breve pausa pranzo verso le 11.30 (se si può chiamare così) con una strana lasagna e qualche altra cosa strana (era farro tipo) che non ho aperto, un piccolo panino e del burro da spalmarci (cosa che non ho fatto: non voglio diventare una balena ancora prima di atterrare) e sono pronta a rininziare con i film.
Non potrò vedere i grattacieli, l'oceano e tutto quello che c'è fuori e non riesco a dormire.
Sono qui al centro esatto dell'aereo: alla mia destra uno che ronfa che non ho ben capito se è straniero o no e alla mia sinistra un'americana che si spara un film dietro l'altro peggio di me, e ride.
Stanotte non ho chiuso occhio e alle 4 mi sono alzata per andare a Fiumicino...nonostante questo ancora non riesco a dormire.
Penso troppo. Penso a quello che faremo una volta atterrati, a quando incontrerò la mia hostfamily e a quando rivedrò quella italiana. Penso che tutto questo non è più un sogno, adesso è reale.
Insomma, America preparati che tra circa 7 ore arriviamo noi, con le nostre magliette viola e verdi-evidenziatore.
Noi, che con le nostre magliette ci facciamo riconoscere subito.
America, arrivano gli exchange students 2015/2016.
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