Welcome to our website !

Diario di un'exchange student

"ciò che si perde sarà sempre molto meno di ciò che si avrà guadagnato"

Ho capito, finalmente. Mi servivano un posto sull'aereo, due sconosciuti accanto, il "cibo" che danno qui sopra, altri 17 ragazzi con la mia stessa maglietta e i miei stessi pensieri, leggere i pensieri che mi hanno lasciato i miei amici e la mia famiglia per arrivarci. 
Ho capito: per 10 mesi sarò fuori dal mio mondo, dovrò costruirmene un altro. 
Come mi sento? Senza dubbio ho un po' di paura ma d'altronde è questo che mi aiuterà a crescere.

Già, finalmente ho preso questo sentissimo volo che aspettavo (o meglio sognavo) da un anno. 
Sono le 12.50 e il piccolo monitor davanti a me dice che mancano ancora 7.06 ore all'arrivo a Newark. 


Ho appena finito di vedere un film, il primo della lunga maratona che farò suppongo. L'ho messo in italiano: ancora non sono pronta ad essere sommersa dall'inglese, questo lascio che succeda tra 7 ore. 
Una breve pausa pranzo verso le 11.30 (se si può chiamare così) con una strana lasagna e qualche altra cosa strana (era farro tipo) che non ho aperto, un piccolo panino e del burro da spalmarci (cosa che non ho fatto: non voglio diventare una balena ancora prima di atterrare) e sono pronta a rininziare con i film.


Non potrò vedere i grattacieli, l'oceano e tutto quello che c'è fuori e non riesco a dormire. 
Sono qui al centro esatto dell'aereo: alla mia destra uno che ronfa che non ho ben capito se è straniero o no e alla mia sinistra un'americana che si spara un film dietro l'altro peggio di me, e ride.


Stanotte non ho chiuso occhio e alle 4 mi sono alzata per andare a Fiumicino...nonostante questo ancora non riesco a dormire.
Penso troppo. Penso a quello che faremo una volta atterrati, a quando incontrerò la mia hostfamily e a quando rivedrò quella italiana. Penso che tutto questo non è più un sogno, adesso è reale.

Insomma, America preparati che tra circa 7 ore arriviamo noi, con le nostre magliette viola e verdi-evidenziatore. 
Noi, che con le nostre magliette ci facciamo riconoscere subito.
America, arrivano gli exchange students 2015/2016.


(Questo post l'ho scritto sull'aereo. Adesso sono all'orientamento di New York, ve ne parlerò in un prossimo post :)) 
Meno uno. Un giorno.
Iniziano le "ultime volte", i saluti (quelli veri), le ansie, i problemi con la valigia, la mente annebbiata, i dollari, le ultime chiacchierate con la famiglia americana, la camera sottosopra, i problemi condivisi con gli altri exchange students, la voglia matta di partire.

Vorrei che questo giorno passasse in fretta, ma allo stesso tempo mi sembra troppo poco, vorrei avere più tempo. 
Per fare cosa non lo so nemmeno io: la valigia è pronta (un po' più di 23 kg, che ho raggiunto dopo svariati tentativi), io sono carica, l'aereo mi sta aspettando.

Saluto gli amici ma poi ci scappa sempre di darci un altro appuntamento più in là. Sono davvero arrivata ad essermi salutata almeno tre volte con qualcuno. Ancora non ho pianto, e il motivo è che ancora non ho realizzato.

Mi sento strana, tanto strana, come se non fossi veramente qui. La mia mente è già volata via. Quando penso al dover partire mi sembra ancora un sogno lontano. E invece no, è domani. Un giorno. 

Non dormo. O almeno mi addormento ma mi sveglio presto per strani motivi: ho già le occhiaie.

Venerdì sera i miei mi hanno portato in un ristorante con la scusa di una cena con gli amici del basket di mio fratello. 
Sono arrivata e la prima cosa che ho notato è stata la bandiera del Texas appesa. I miei hanno iniziato a ridere, entrambi a riprendermi col cellulare, è partito l'inno americano. Neanche 5 secondi ed ero già travolta da tutti i miei amici.
È stato bellissimo condividere una delle mie ultime sere (e ricomincio con la lista delle "ultime cose") con tutti i miei amici. Sapere che mi vogliono bene, che gli dispiace che non ci sarò. 
È stato bellissimo sapere che i miei hanno organizzato tutto questo da maggio. Per me. Impossibile non amarli. 
Mi hanno lasciato un librino con un sacco di foto, pensieri e ricordi. Mi piace pensare che mi sentirò meno sola portandomi tutti dietro, so già che non sarà così. 






Questa sensazione è troppo strana. È tutto troppo strano. Impossibile da descrivere; impossibile da capire se non si prova. 
Eppure questo è un giorno normale, come tutti. Ma domani non sarò qui e questo non è affatto normale.

Mi hanno comprato un computer tutto mio, così potrò usarlo là a scuola e potrò montare meglio i video. 
A proposito, da non perdere quello sui miei ultimi giorni qui:



Adesso inizierò subito a registrarne uno sulla partenza.

Non è più il tempo di sognare o di scherzare. Adesso è il tempo di vivermela.
E si conclude qui anche questo "ultimo post" dall'Italia...ripeto: è tutto alquanto strano.
Non Non sono una ragazza semplice. 
Capire quello che voglio, come lo voglio, è difficile, quasi impossibile. Nessuno lo sa; solo io posso saperlo. 
Sono seria, anche troppo seria quando mi va. Se mi prende voglia divento pazza.
Devo programmare. Non so vivere al momento e prendere al volo una strada anziché un'altra. No. Non mi piace il disordine; non mi piace non sapere quello che farò. 
Sono attenta alle cose importanti e mai precipitosa. Tiro via quando non ho voglia e spesso non presto attenzione. 
Se dico una cosa, quella è. Se mi convinci, allora sei un mago. 
Se il limone ti sembra acido è perché ancora non hai conosciuto me. So nascondere la mia acidità dietro ai messaggi; non volermi male se di persona invece la noti bene. 
Odio le cose infantili, chi si comporta in tal modo e chi ci prova. Chi prova a raccontarmi una barzelletta e poi ride alla sua battuta; chi prova a prendermi in giro per scherzo e rimane accigliato dalla mia non-reazione. No, non rido. 
A volte mi prede la risarella e Dio solo sa perché: riesco a trovare del divertente ovunque. Non sono incoerente, sono solo me stessa. 
Sono timida, molto timida: se arrossisco non è certo perché ho caldo. Non farmelo notare o ti dirò che ho caldo. Nonostante ciò riesco bene a farmi degli amici, o tanto meno ci provo. 
È difficile che io cerchi qualcuno, il primo passo lo lascio sempre agli altri. 
Mi dimentico le cose: se non ti cerco è perché mi sono scordata cosa volevo/dovevo chiederti. 
Se non so cosa dire mi invento qualcosa, sensata o insensata che sia. Odio i silenzi. 
Mi piace quando mi fanno i complimenti ma non li accetto volentieri; mi mettono in imbarazzo se non so ricambiare. Sono sincera, non ricambio mai. 
Ignoro le critiche ma m'importa ciò che la gente pensa di me e difficilmente mi lascio andare.
Sono leale, gentile solo quando mi va e buona, soprattutto buona. Posso diventare crudele se mi fai un torto.
Sono determinata. Se voglio una cosa la ottengo quasi sempre. 

Non credo ai miracoli, alla Fortuna, alle stelle, al destino, alla religione, allo zodiaco o altre cose che non si vedono. Se non vedo non credo. 
Il mio punto di riferimento è la scienza. Il mio mondo è nato grazie al Big Bang.
 
Sono difficile, tanto difficile. E schizzinosa altrettanto.
Non provare a toccarmi con qualcosa di viscido, che sporca o appiccica o ti appiccico io da qualche parte. 
Dormire in tenda o in qualsiasi posto sporco anche minimamente mi dà noia.
Caro mare, sei tanto bello, ma dovevi proprio essere salato? La salsedine nei capelli, le mani prosciugate che appena arrivo a casa lavo quattro o cinque volte...li sopporto a malapena. Mi fa schifo quando vedo qualcuno che si tocca i piedi per togliersi la sabbia con le mani salate; anche solo al pensiero mi ci sento male. 
Il cibo può diventare il mio più grande nemico; andrei avanti a pasta e insalata: molte delle altre cose non mi piacciono.
Meglio se non mi giri la pasta con il cucchiaio sporco o potrei non mangiarla.

Mi reputo carina. Spesso mi dicono che sono bella; ringrazio ma non ci credo molto. Anche se vorrei crederci perché mi piacerebbe fare la modella.
Sono alta poco più di 1.70, mi piacerebbe essere un paio di centimetri in più. Non peso tanto ma ho i muscoli che mi fanno sembrare più pesante. 
Alcuni miei capelli sono gialli, altri neri. Messi insieme sono semplicemente marroni.
Mia mamma ha gli occhi azzurri, manco per sbaglio potevano venire anche a me. In compenso li ho grandi e tutti mi dicono che sono belli.
Ho portato l'apparecchio per un paio di anni, adesso lo tengo solo la notte. Anche se ora ho dei bei denti continua a non piacermi il mio sorriso.
D'inverno sono bianca ma non me ne accorgo mai fino a quando non arriva l'estate, in cui strati dorati si aggiungono alla mia pelle.
Ho molti nei: solo in faccia ne avrò una decina.
Mi si vedono gli addominali e ancora devo capire il perché. Tanto vale per i muscoli che ho e ho sempre avuto nelle gambe. Non sto un attimo ferma, sarà per questo. 
Le mie mani sono sempre sudate, o per il caldo o per ansia. Soffro di iperidrosi dicono. 
Nonostante tutto il mio corpo mi piace: questo ho e questo mi tengo.

Non mi è mai successo niente di tanto brutto, né a me né ai miei cari. All'ospedale ci sono stata sempre e solo per visite ed ecografie. Una volta sono andata al pronto soccorso per un taglio tra le sopracciglia: non mi hanno messo nemmeno i punti, solo una specie di colla. Ho ancora la cicatrice. 
Non ho mai avuto problemi di allergie ( anche se l'alga che mettono nel sushi mi fa venire letteralmente da vomitare), malattie o cose strane. Da piccola una volta mi ammalai seriamente di broncopolmonite: 10 punture al giorno.

Odio gli insetti. Se un'ape mi viene vicina urlo; in compenso non ho paura dei ragni. 
Odio i disordinati, chi si scrocchia le dita, chi sbadiglia senza la mano davanti, chi chiacchiera troppo, chi vuole sembrare più grande, i rapper, i loro tatuaggi e le loro canzoni, i tamarri, chi mette scarpe enormi o vestiti larghi, i piercing nel naso a mo di mucca, i capelli tinti, le zeppe nascoste dentro le scarpe, chi porta la cresta e si crede fico, chi mette una bestemmia in ogni frase, i bimbi in discoteca, gli incoerenti, i falsi, chi non riesce ad essere sé stesso ma deve copiare dagli altri, i vestiti che costano troppo solo perché portano la firma di uno scemo che li ha fatti, chi abbrevia quando scrive, chi non si applica, gli esuberanti, chi si trucca troppo. 
Non sopporto i cani, i gatti o altri animali che stanno tra i piedi e spelacchiano ovunque in casa. 

Mi piacciono la musica, le vecchie canzoni, quelle tristi, la danza, la moda, le sfilate, fare shopping, vestirmi bene, mettermi il mascara, il profumo del pane, la menta, la pizza, l'insalata, suonare, inventare cose, scrivere, risolvere problemi, farmi nuovi amici, conoscere nuove culture, vedere posti nuovi, scattare foto, fare selfie stupidi, mettermi in posa per le foto, ridere, sciare, la neve, riscaldarmi col fuoco, bere orzo o tè davanti alla TV, i reality show, chi parla inglese, quello che c'è oltre il cancello di casa mia. 
Amo stare con gli amici ma preferisco quando siamo solo in due. 
Vivrei viaggiando, provo compassione per chi non vuole farlo perché troppo attaccato al suo Paese. Un viaggio mi arricchisce, mi cresce, mi rende consapevole. 

Tra una settimana intraprenderò il viaggio più lungo di sempre. Chissà se sarò la stessa una volta tornata. 
Tutti dicono che anche un minimo si cambia.
Quindi mi chiedo: tra un anno come sarò?

 
"Ommamma manca una settimana", "oddio sono super-in-ansia", "ho da fare troppe cose". 
Queste sono le tipiche frasi che sentirete da un exchange student quando è a pochi giorni dalla sua partenza. 
Ecco, adesso dovete sapere che nel momento in cui pronuncia ciò il suo pensiero non sono i pochi giorni che mancano, l'idea di non tornare a casa per un anno, di andare in un Paese sconosciuto o non poter vedere i suoi cari. No.
L'unico suo costante insistente pensiero è la valigia. 

Ed ora mi rivolgo a voi, miei cari amici Exchange Students: oggi sono qui per risolvere il vostro più grande problema, guidarvi e supportarvi nella più difficile delle imprese che dovrete affrontare.
Oggi non vi aiuterò solo a fare una valigia, vi dirò come fare La Valigia.

Insomma, ecco i consigli per la valigia perfetta:

1. Prima di tutto, per chi, come me, parte con Youabroad ecco uno schema fatto proprio da loro utile per la scelta dei bagagli, che ovviamente hanno delle misure da rispettare. 


2. Chi parte con una valigia torna con due, mentre chi parte con due torna con quattro. Fate voi, ma sicuramente partire con due non conviene.

3. Utilissime sono le buste per mettere i vestiti sottovuoto. Con quelle il problema dello spazio è risolto, l'unica cosa irrisolvibile è il peso.

4. Man mano che ve ne accorgete fate una lista delle cose che vi mancano o di cose che avete paura di dimenticare.

5. Non mettete nel bagaglio da stiva le cose che vi servono per l'orientamento a New York, vi consiglio di non aprirlo fino a che non sarete in famiglia. 
Ovviamente i liquidi non possono essere messi nel bagaglio a mano, a meno che non li mettiate in boccette più piccole. 

6. Se andate al sud portate quasi tutti vestiti estivi e poche cose invernali, avrete tempo per comprarne altre a seconda del freddo che farà. Se andate a nord fate il contrario.

 7. Se siete indecisi sul portare una cosa o no, non portatela.

8. Se una cosa non l'avete mai messa, non portatela. 

9. Portate solo ed esclusivamente l'essenziale, anche perché di più non c'entrerà.

10. Non scordate le cose fondamentali:


11. Cose come asciugamani, phon o saponi sono solo un peso, ve li presterà la famiglia. 

12. State attenti alla tensione che reggono i vostri apparecchi elettronici, la tensione americana è molto più alta e potrebbero danneggiarsi. 

13. Non scordatevi gli adattatori per le spine.

14. Una volta che avrete un'idea dei vestiti da portare provate a fare la valigia (anche con largo anticipo) e a pesarla, così vi renderete conto se state portando troppa roba o no.

15. Se la vostra bilancia è troppo piccola e non riuscite a leggere il peso, pesatevi insieme alla valigia e sottraete il vostro peso.

16. Lasciate un piccolo spazio per i regali da portare alla famiglia ospitante.

17. Se quello che portate vi sembrerà poco avete ragione. È poco. Ma vi informo che anche gli Stati Uniti sono dotati di negozi e i vestiti costano addirittura meno che qua. 

18. Pensate a quello che farete là. Per esempio, non portate solo le cose carine e nuove che avete, avrete bisogno anche di vestiti per stare in casa, uscire a fare la spesa o fare ginnastica. Ci sta che andrete al mare o al lago, a fare trekking o chissà in che altro posto strano. Parlartene con la famiglia e stabilite cosa è necessario portare, cosa vi potranno prestare e cosa sarà meglio che compriate là. 

19. Se avete cose particolarmente pesanti (tipo io ho le Dr Martens) che vi fanno sforare con il peso, indossatele per la partenza. Patirete un po' di caldo ma penso possiate sopportarlo.

20. Non mettetevi a pensare a tutti questi punti il giorno prima di partire. Rimboccatevi le mani almeno una settimana prima.

Ecco qua, questi sono solo consigli ovviamente, però devo dire che io per ora non ho avuto nessun problema e ho risolto ogni dubbio facendomi consigliare da altri Exchange Students.
Perciò se avete altre domande fate pure, i miei contatti li avete!

In bocca a lupo per tutti quelli che stanno per partire o sono già partiti. 
Adesso però ci sono quasi anch'io. 11 giorni. Aiuto.
Sono le 8:40 e sto andando a Firenze con mia mamma e la cartellina con tutti i documenti richiesti dall'Ambasciata. 
Non ho paura perché so già cosa aspettarmi avendo letto post di altri studenti e avendo parlato ieri al telefono con Leonardo, che mi ha spiegato tutto per filo e per segno. 

Le uniche cose che ho dovuto/dovrò fare sono portare tutto il materiale, vestirmi in modo "decoroso", una fila all'entrata, entrare da sola, consegnare il cellulare e parlare in inglese.  Sì dai, ce la posso fare...
_________________________________________________

"Il tuo Visto è stato approvato, sarà inviato tra qualche giorno all'indirizzo che hai scelto". Questo è quello che diceva l'omino buffo tutto rosso, che era supposed to be (non so come dirlo in italiano ahaha) il console, a tutti quelli che passavano dal suo sportello. Tranne che ad una povera signora che ahimè non potrà andare negli Stati Uniti. 
Ecco fatto, da come me lo avevano descritto sembrava una cosa tanto difficile quanto un parto, invece in quattro e quattr'otto l'ambasciata americana di Firenze ha sfornato un Visto anche per me. 

Praticamente ho fatto una breve fila fuori (5 minuti in poche parole) e appena entrata mi hanno chiesto di consegnare cellulare e altri oggetti elettronici e passare sotto al metal detector.
Fatto ciò mi hanno lasciata entrare nella sala di attesa, dove c'erano altre persone e degli sportelli, nel primo una signora che ci chiamava.
Arrivato il mio turno mi ha chiesto nome e cognome e ha voluto che le consegnassi il passaporto, il DS-qualcosa e un altro foglio che mi aveva spedito Youabroad. Poi mi ha detto di rimettermi a sedere e aspettare la chiamata del console.
Quest'ultimo mi ha semplicemente chiesto (in italiano tra l'altro) dove vado e mi ha ridato il DS-qualcosa dicendo che devo averlo con me all'aeroporto.

E questo è più o meno il procedimento di come si ottiene il Visto. Facile no? 
_________________________________________________

Ho da dirvi un mucchio di altre cose: 

- Ho iniziato la valigia. Lo so, è da pazzi iniziarla 20 giorni prima ma domattina (che ormai è stamattina) parto per il mare e torno il 30. Quindi onde evitare corse ho deciso di iniziare subito. 
Tra l'altro ho comprato le buste per mettere sottovuoto la roba e ho visto che con quelle non ci sono problemi con lo spazio. L'unica rottura è il peso, per quello non c'è niente da fare.

- Man mano che me ne accorgevo mi facevo una lista (cosa che vi consiglio di fare) di tutte le cose che mi mancavano  e oggi sono andata a comprare tutto a Siena, dove penso non tornerò più prima della partenza. 
Un ultimo sguardo e un breve saluto a 
piazza del Campo e me ne sono andata, con la sua immagine impressa sugli occhi. 

- I miei stanno comprando regali su regalo per l'hostfamily, tipo: un libro sui gesti che facciamo quando parliamo, uno su una storia ambientata in Toscana, un DVD con la storia del Palio, un libro su Siena, un libro con le immagini dei posti qui intorno, una calamita, il CD dei The Kolors (la mi mamma è fissata) e hanno in mente anche di prendere una maglietta per Falon (la piccola) e un braccialetto per Lexi (la ragazza). 

- Ho programmato i video per YouTube fino a giovedì prossimo visto che al mare non ho il Wi-Fi e non avrei potuto farlo. Giovedì 30 però non pubblicherò nessun video perché ne sto montando uno sui miei ultimi giorni in Italia che uscirà penso il 3 agosto (il giorno prima della mia partenza) al suo posto. 

- Oggi Youabroad mi ha mandato la convocazione in aeroporto e i biglietti elettronici via mail. Il 4 agosto alle 7 praticamente devo essere all'aeroporto; penso che quella notte non dormirò proprio ahaha. 

Scusate per il post-listadellaspesa ma avevo troppe cose da dire e ho cercato di essere moooolto breve. 
Mi raccomando, tutti su YouTube domani alle 14:00 per un nuovo video. 
Ciaaaaao! 


NUOVO VIDEO ONLINE!
E voi che tipo siete?






Sono in macchina: il blu notte del cielo, i Sum41 a palla nelle cuffie, mio fratello sdraiato sulle mie gambe che mi parla credendo che lo senta, il fresco dell'aria condizionata. 
Il navigatore segna altri soli 20 km, poi arriviamo a casa, poi altro che fresco! 

Siamo stati tre giorni in Trentino, a Folgaria di preciso, dove mio fratello ha passato una settimana ad un campo di basket. 
A parte il fatto che abbiamo trascorso quasi più tempo nel palazzetto a vederlo giocare che al giro, non sarebbe stato male stare su un altro po' e scappare da questo caldo strenuante. 

La montagna e i suoi paesaggi mi sono sempre sembrati magici. 
In montagna c'è tutto: piste per sciare e laghi per fare il bagno. Fresco all'ombra e caldo al sole. 
Mi sono rimasti 30 giorni in Italia, 30 giorni per rendermi conto di quello che non avrò negli Stati Uniti, e sicuramente in questa lista posso infilarci la montagna.







L'aria pulita, il bagno nel lago con intorno paesaggi mozzafiato, le visite ai forti delle guerre, lo scampanellio delle mucche, le soste nelle baite, il profumino di cacca degli animali, il perfetto risotto ai porcini, la polenta calda e l'acqua fresca, i paesini ordinati, puliti, che ti fanno credere quasi di non essere in Italia, l'accento del nord. Amo tutto questo. 
Vi giuro, sto odiando chiunque abiti lassù.
_________________________________________________________________________________

Apro una piccola parentesi per dirvi che ho caricato su YouTube il primo dei miei video "My English Improves" (#MEI), ovvero video in cui parlerò in inglese per mostrarvi come migliorerò nella lingua una volta che sarò in America.
Ditemi che ne pensate di questa idea, intanto vi metto il video sotto per chi non lo avesse visto! 


Inoltre volevo dirvi che il mio Blog è su ExpatBlog, un sito molto utile in cui trovare appunto i blog che si vogliono. Date un'occhiata!
_________________________________________________________________________________

Che dire, è il 5 di luglio, mancano esattamente 30 giorni alla mia partenza ed io sono sempre più carica. 
Non so se l'ho già scritto ma in ogni caso lo rifaccio: il 15 luglio ho l'appuntamento all'ambasciata americana per il Visto, cercherò di fare un video per parlarvene anche se non credo di farcela perché il 16 parto per il mare, al massimo scrivo qua. 

Praticamente mi è rimasta poco più di una settimana nel mio paese, poco più di una settimana a casa mia, in campagna, nei luoghi ormai quotidiani che non vedrò per un anno: mi sembraranno cambiati? Una settimana in cui non ho niente da fare ma che passerò a preregistrare video per voi e ad essere sicura di avere tutto pronto. 
Devo anche iniziare a mettere da parte qualche cosa che voglio portare...

Dal 16 al 30 poi stacco, devo cercare di godermi al più possibile ciò che ho qua e che per un anno non avrò. 

E poi ci siamo.