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Diario di un'exchange student

"ciò che si perde sarà sempre molto meno di ciò che si avrà guadagnato"

7 • My italian daily routine.

By 16:06

Ho deciso di scrivere questo post per fare qualcosa di bellino, di ganzo come si dice qui in Toscana: voglio confrontare un tipico giorno qui in Italia con una giornata americana.
Perciò vi avviso, sarà moooolto lungo. Perché i giorni finiscono, ma ciò che si può dire su di essi sembra non finire mai.


giovedì 9 ottobre 2014, Siena 

La sveglia suona alle 6.10. SEI E DIECI. Ci sono due tipi di ragazzi che si svegliano alle 6.10: quelli che abitano in campagna e quelli che devono studiare. Ecco, io appartengo ai primi di questi, ovvero i più sfigati, quelli che la sveglia ce l'hanno alle 6.10 ogni santissimo giorno.
Certo che avendo il pullman alle 7 potresti svegliarti prima, mi dicono. Ma io la mattina ho bisogno di prendermela comoda: ho bisogno di tempo per fare colazione, tempo per stare sul cesso (già, sono molto fine ahah) e rispondere ai messaggi non letti perché sono sempre la prima ad andare a dormire, tempo per svegliarmi del tutto, tempo per scegliere cosa mettere (questo è sempre un dilemma, a meno che non ci abbia pensato furbescamente la sera prima, prima di addormentarmi), tempo per perdere tempo, tempo per essere sempre in ritardo.

Se il pullman arrivasse puntuale un giorno, sicuramente lo perderei.
Ma a me piace prenderla comoda. Mi piace arrivare quando sono tutti lì in una perfetta fila, uno accanto all'altro: e sia l'uno che l'altro sperano che le porte del pullman (quando si degnerà d'arrivare) s'aprano proprio di fronte a lui. 
Così anch'io mi attacco alla catena e a breve inizio ad essere attaccata dal freddo. 
Quando si fa parte di una catena le cose che si pensano o si fanno sono le stesse: tutti perle uguali di una stessa collana. E allora tutti a imprecare.
Che ore sono? Freddo freddo freddo. Ieri non era arrivato un po' prima? Freddo freddo freddo. Chissà quale nuovo autista imbranato ci sarà oggi. Che ore sono? Freddo freddo freddo
Quando poi alla fine ci perdi la speranza, eccolo lì, fermo al semaforo, che fa capolino da dietro la curva prendendosi gioco di te, e sembra quasi che voglia giocare a nascondino, almeno finché non scatta il verde. Aha! Beccato! 
Da allora la collana di spezza, e ognuno torna a far parte di quelli che.
Sul pullman ci sono quelli che s'infilano le cuffie e dormono, quelli che fingono di dormire, quelli che leggono, quelli che ripassano, quelli che chiacchierano con l'amico. 
Io faccio parte di tutti questi, dipende dalle giornate. Oggi ero una di quelli che s'infilano le cuffie e dormono.

Il pullman mi lascia davanti alla mia scuola: il Liceo Scientifico G.Galilei. Anzi, a dire il vero non mi lascia proprio davanti alla mia scuola, ma davanti all'Istituto tecnico che c'è accanto, nel quale io ho la classe, visto che la mia scuola è talmente piccola che tutte le classi non c'entravano. E, siccome sono trasgre, entro da lì, giusto per fare prima.
Quando arrivo in classe, anche se sono quella che abita più lontano, quella che sta in campagna, quella che viene chiamata "contadina", non c'è mai nessuno. Oggi invece, visto che il pullman ha fatto più ritardo del solito, ho trovato Anto e Michy Faenz (sarebbero due compagni di classe ahah) davanti scuola. 
Alle 8.20 suona la campanella.

Prima ora: educazione fisica.
Così adesso sono nello spogliatoio, con i pantaloni da basket del mi fratello e una canotta. Siamo solo in 10 oggi a fare ginnastica. Giusto per farvi intendere, gli altri sono ancora in classe a copiare i compiti o studiare
Essendo pochi facciamo un veloce riscaldamento e poi giochiamo, chi a pallavolo chi a calcio, con i ragazzi della 3C, che, visto che abbiamo due palestre, fanno educazione fisica con noi.
Intanto il loro professore, nonché babbo di una delle mie migliori amiche, ci propone di partecipare a una gita alla Gorgona venerdì prossimo.

Stanchi più per le scale da salire e la strada da fare per tornare in classe che per la lezione, iniziamo la seconda ora: inglese.
Inglese passa veloce. Inglese passa a correggere gli esercizi che avevamo fatto in classe l'altra volta. Inglese passa a parlare dei corsi del PET e del First, che inizieranno la prossima settimana. La professoressa mi consiglia di fare il First, e io voglio farlo, così mi alleno un po' per l'anno prossimo è così se ci riesco mi prendo anche il diploma.

Alle 10.15 c'è l'intervallo. L'intervallo ti passa talmente in fretta che a volte ti sembra che non sia mai iniziato. L'intervallo ti sfreccia come talmente veloce che non fai neanche in tempo a prenderlo. 
Così sono già le 10.25, e la prof è in classe.


Terza ora: matematica. 
"Chi viene oggi?"
Tutti con la testa piegata a far finta di non sentire, e io che guardo la prof come per dire "Prenda me!". Chissà, magari se mi interroga oggi a matematica non mi becca domani a fisica.
Ma poi: "Vieni te Franci, vai".
Accidenti, dovrò prepararmi per fisica domani. 
Il gesso graffia la lavagna e le penne segnano i quaderni. 

E poi arriva la quarta ora: italiano.
Finiamo di parlare della Divina Commedia e poi iniziamo a leggere il primo canto dell'Inferno. In meno di un mese di scuola abbiamo praticamente finito Dante. Questo prof vola. 
Avendo Manuel e Nicolas fatto casino, per domani ci ritroviamo a dover imparare la parafrasi del primo canto. 
Fortuna che domani devo uscire un'ora prima prima e italiano lo salto ahah!


Quinta ora: latino.
Distrutti ormai dalla Divina Commedia, non siamo neanche più in grado di ragionare. Menomale che correggiamo le 19 frasi su Videor che c'erano da fare per oggi, che mezza classe aveva copiato da me. 
Risultato: "Ginevra ma come le hai fatte ste frasi!
In effetti le ho sbagliate mezze ahaha ma l'ha detto anche la prof che erano difficili

Finalmente poi arriva l'ora della scarcerazione: 13.20. Tutti a casa.
Usciamo da quella scuola che poi non è la nostra scuola (visto che come ho detto prima nel nostro Liceo tutte le classi non c'entravano) e i più fortunati s'avviano a casa a piedi, mentre noialtri plebei siamo costretti ad andare a prendere il pullman. 
Alle 14.15 sono finalmente a Lucignano (sarebbe il paesino in culo al mondo dove abito) e aspetto che arrivi la mi mamma per portarmi a casa. 
Faccio pranzo con il solito piatto di pasta in bianco, polpette al pomodoro e mezzo pompelmo.
Sopraffatta dalla noia, guardo quali nuovi film sono stati aggiunti su Sky on demand.
Bling ring. Perfetto, anche oggi ho trovato che fare.

"Non ci bastava imitarli, noi volevamo essere come loro!"
Questo valeva per i protagonisti di Bling Ring e questo vale anche per me. 
Ho sempre provato ad imitare gli Americani e non mi è mai bastato, adesso ho finalmente l'opportunità di essere come loro, di vivere la loro vita (ovviamente non come nel film ahaha, io non rubo).

Il film finisce. Ahimè, è tempo di fare i compiti. 
Per domani ho valanghe di esercizi di fisica infiniti su tutti i moti. Ne farò solo un paio per argomento.
Devo studiare scienze, o meglio, devo studiare come avviene la duplicazione del DNA e ripassare tutto il resto a partire da Mendel. 
E devo studiare il primo canto della divina commedia di italiano. Tutta colpa di quei due che facevano confusione. Ma tanto domani devo andare a farmi un vaccino per poter andare in America proprio all'ultima ora, quella di italiano. Che peccato


Si vede proprio che lo studio mi ha sconvolta ahaha


Done! O meglio, mi tocca far finta di aver finito, visto che ho lasciato più di metà degli esercizi di fisica. 
Mi tocca far finta di aver finito perché devo prepararmi e infilare tutto ciò di cui ho bisogno stasera nella borsa di danza. 
Stasera infatti noi della scuola di danza Art Studio porteremo due balletti, fatti insieme alle ragazze di un'altra scuola (MAC) ad una rassegna ad Arezzo.

Culottes nere, reggiseno nero, calzini neri, rossetto rosso,  forcine, gel, laccini, panini, bottiglia d'acqua...dovrei avere tutto, anche perché sennò non mi farò più viva qui sul blog. 
O meglio ancora, non sarò più viva.
Arriva la macchina di Angelica per portarmi alla scuola di danza.
Una volta lì, noi povere piccignaccole senza patente ci siamo divise nelle macchine delle ragazze più grandi, che ci hanno portato ad Arezzo, al teatro tenda (sì, è una vera e propria tenda ahah). 
Una stanza di 6-7 metri quadri + 30 ragazze= neanche un granello d'aria da respirare. 
Ci consegnano le divise della nostra compagnia (AMD danza): magliette fuxia e felpe nere. 
Conclusione: sembriamo Peppa Pig
Dopo le prove disastrose dei balletti andiamo a mangiare. C'è l'Oktoberfest in questo posto e ci sono tutte le bancarelle e i giochini del Luna Park. Tutte si accodano per prendere un panino, mentre io e Alessia andiamo a mangiare i nostri (eheh sono stata davvero furba a portarlo da casa). 

In queste situazioni va fatto tutto in fretta: mangiare in fretta, pettinarsi in fretta, truccarsi in fretta, cambiarsi in fretta. 
E qui io mi chiedo: perché si fa tutto in fretta quando poi c'è da aspettare tempo che sembra non passare più


"Merda merda merda!"
Finalmente tocca a noi.
Avevano portato quattro coreografie.
Nella prima si usavano dei tavolini bianchi. È andata bene si può dire, a parte il fatto che a Martina si è sfasciato il tavolo ahahaha. 
La seconda era l'assolo di Giulia, della mia scuola di danza. 
La terza era l'assolo di Francesca, la ragazza dell'altra scuola di danza che ha partecipato all'ultima edizione di Amici.
Nella quarta invece si usava un enorme cubo di ferro. Anche di questa posso solo dire che penso sia andata bene. 
Magari quando vedrò il video cambierò idea!

Scatto veloce in camerino in modo da cambiarmi prima delle altre. 
"Brave ragazze!" "È andata bene dai!" "Complimenti" e così via. 
"Grazie, grazie, grazie". E già siamo fuori dal teatro.
La maestra di danza mi riaccompagna a casa e sono le 23.50. 

Ho 10 minuti per finire il post. 
Ho 10 minuti per parlare di troppe ore. 
Ho 10 minu...si può fermare il tempo
Così magari dormo anche un po' di più, visto che sotto gli occhi ho due grosse borse Louis Vuitton. 
Ok basta, si vede che non sono più lucida. Vado a letto. 
Buonanotte. 


Bella faccia sì!


- Ginevra




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