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Diario di un'exchange student

"ciò che si perde sarà sempre molto meno di ciò che si avrà guadagnato"

60 • Due mesi

By 01:57

Sono già passati due mesi da quando ho lasciato la mia casa, la mia famiglia, i miei amici, la mia città per trovarne di nuovi che presto ho iniziato a sentire miei. 


All'inizio è complicato accettare. Tutto sembrava strano, e io non volevo cambiare, volevo rimanere la me di sempre, senza essere coinvolta in tutte le stranezze degli americani. 
Poi più il tempo passa, più ti senti nel tuo mondo. Tutto ciò che prima credevo strano è diventato un'abitudine senza che non me ne rendessi nemmeno conto. 
I cappelli giganti, gli stivali col tacco e i cinturoni non mi fanno più ridere, non mi giro più a fotografare che li indossa. Tutto quello che all'inizio è strano diventa quotidiano. Tutto quello che non sapevo, non avevo mai provato, mi sembra di averlo sempre conosciuto.
Allo stesso tempo, mi sto rendendo conto di quante cose ci sono al mondo che ancora ho da scoprire. Cosa che mi fa venire sempre più voglia di viaggiare, di sapere cosa c'è al di là di quello che conosco.

Prima di partire mi avevano preparata bene. "I primi tempi avrai momenti di tristezza, ti mancherà casa", dicevano.
Non so quanto possano essere lunghi questi "primi tempi", perché dopo due mesi ancora non ho avuto nessun problema, e spero di non averne. 
Ovviamente mi manca casa, mi mancano i miei; ma anche qui ho una famiglia che mi vuole bene e mi fa sentire a casa.

In questi due mesi ho fatto tante, tante cose, e non vedo l'ora di provarne altre. 
Ieri, per esempio, sono stata con un sacco di altri exchange student in un posto chiamato "Corn maze", che è un labirinto fatto nei campi di pannocchie.
Eravamo divisi in tre gruppi, tutti con una mappa illeggibile in mano e con i sandali che scivolavano nel fango. 
Dopo circa un'ora di rigirii tra quelle strade tutte uguali (ad un certo punto ci eravamo pure persi), io e il mio gruppo siamo arrivati all'uscita, convinti di essere i primi. Ovviamente eravamo gli ultimi.
Siamo stati in un campo di zucche, e ce le siamo portate a casa, pronte per essere intagliate. Halloween si avvicina. 


Quando è arrivata la notte, siamo andati sulla route 66, tra gli strani negozietti e i bar per i motociclisti. E all'angolo della sesta strada, una casa di paura.
Dicono ci siano davvero i fantasmi in quel palazzo. A giudicare dall'esterno non mi meraviglio.
Ci siamo messi in fila e dopo cinque minuti è spuntato dalla porta uno con una motosega. Urla e grida ovunque, persone che correvano via o si nascondevano dietro gli amici o negli angoli del palazzo. Tutto ciò è durato 10 minuti, fino a quando non abbiamo iniziato a fare selfie e foto con lui.



A quel punto ero già spaventata abbastanza e non volevo entrare, soprattutto quando mi hanno detto che saremmo dovuti andare in gruppi di cinque. Per fortuna mi hanno lasciata stare nel mezzo. 

Credo di aver assordato e stritolato la tedesca che avevo davanti nelle prime due stanze. Quando poi nella terza ho visto delle bambine/mostriciattoli che cercavano di spaventarmi con strane risatine e sussurrii ho capito che invece che pauroso sarebbe stato divertente.
La ragazza che era prima in fila era impassibile e controllava ovunque per vedere se trovava qualcuno nascosto senza aver paura di niente, la seconda non la smetteva di ridere e poi c'ero io che facevo battute per far ridere quelli mascherati che avrebbero dovuto spaventarci. È stato fantastico.

A scuola è finito il primo quarto del semestre, chiamato "six weeks". È andata molto bene, a parte l'82 in US Goverment, dove purtroppo non capisco assolutamente nulla hahah. 
Venerdì ho fatto una presentazione sull'Italia e portato il tiramisù, che tutti hanno amato. 
Spesso le giornate sono lente e noiose, mentre altre volte vorrei che la scuola non finisse mai.
Mi sto integrando piano piano, mi sto facendo amici con cui uscire e parlare, anche se la lingua è spesso un ostacolo.

Due mesi sono volati e non aspetto altro di vedere quello che arriverà nei prossimi, che sono sicura andranno di bene in meglio.

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